Intervista a MAX CIVILI

Intervista a MAX CIVILI

E’ nata una nuova moda: rigassificare.

L’ultima frontiera delle opportunità della finanza  neoliberista è la gestione del Gas Naturale Liquefatto (GNL).

I Paesi Nato si sono creati questa opportunità sanzionando la Russia la prima volta nel 2014 con l’annessione referendaria della Crimea, ed una seconda volta in occasione della operazione speciale in Ucraina iniziata il 24 febbraio 2022. Dal 3 dicembre dello stesso anno dalla Russia è vietato importare petrolio greggio e prodotti petroliferi raffinati, carbone e altri combustibili fossili solidi acciaio, prodotti siderurgici e ferro, oro, compresi articoli di gioielleria, cemento, asfalto, legno, carta, gomma sintetica e materie plastiche, prodotti ittici e liquori (ad esempio caviale, vodka), sigarette e cosmetici.

Dove potevano comprare l’energia allora, i Paesi della UE, per far funzionare la vita degli europei? Ma dagli americani, off course.

Il punto è che gli yankees, che estraggono il gas naturale dallo scisto, una roccia metamorfica, con sistemi di perforazione idraulica costosi e distruttivi dell’ambiente, possono recapitarcelo via mare a mezzo di “navi metaniere” soltanto in forma liquida.

Quindi estraggono il gas aeriforme, lo rendono liquido alzando la temperatura così possono trasportarlo dovunque ed una volta a destinazione il gas metano deve essere riportato allo stato originario cioè rigassificato a mezzo di apposite fabbriche strutture che possono essere onshore, cioè istallate su terra ferma oppure offshore sistemate in mare.

Questa è la premessa per presentare ai video-lettori di liberamentenews.it un ospite molto informato sulla questione, il giornalista Max Civili, regista ed autore del documentario sul rigassificatore di Piombino, benvenuto Max.

Ciao  a tutti.

 Caro Max, i rigassificatori attualmente attivi in Italia sono tre: uno a terra a Panigaglia in provincia di  La Spezia e due in mare, a Livorno e a Porto Viro in provincia di Rovigo, quest ultimo è su un’isola artificiale.

Ma quanti ancora ne servono e perché esiste un problema a Piombino?

La domanda non può avere una risposta univoca. L’economia del nostro Paese, le attività industriali e commerciali, si stanno fortemente ridimensionando. Le misure socio-economiche per contrastare la crisi pandemica causata artificiosamente, le scelte fatte sulla guerra in Ucraina, l’impennata dei tassi di interesse: è evidente che sia in corso un vero e proprio attacco all’Europa e al suo sistema produttivo. Chiudono le aziende, schiacciate da costi e spese sempre più insostenibili, gli italiani sono più attenti ai consumi energetici. Consumiamo meno energia pagandola molto più cara. Basti pensare che nel 2021 l’Italia utilizzava circa 76 miliardi di mc di gas mentre l’anno successivo quella quota è scesa di oltre il 10%. L’approvvigionamento dalla Russia ammontava a circa il 40% del nostro fabbisogno nel 2021 e poco meno del 20% l’anno scorso (ancora oggi stiamo importando gas da Mosca, circa il 10%) . Ma è importante capire che il gas russo  arrivava (e arriva) in Italia tramite gasdotto mentre quello che lo sostituirà, il GNL, sarà trasformato in liquido, trasportato via nave e poi rigassificato. Se lo smantellamento del nostro sistema economico proseguirà a questi ritmi si può stimare che  nei prossimi cinque-sette anni avremo bisogno di meno energia ma per assurdo dovremo reperire sul mercato più GNL, credo circa il triplo dell’attuale quantitativo,  almeno 20 miliardi. Gran parte di questo gas lo importeremo dagli Stati Uniti a tre-quattro volte il prezzo che pagavamo ai russi. Sia noi che gli americani stiamo approntando le infrastrutture per eseguire gli accordi.  Dal nostro punto di vista nuovi rigassificatori saranno costruiti a Ravenna (autunno 2024) e  Vado Ligure (il progetto è stato appena pubblicato sul sito della regione), uno è appena entrato in funzione a Piombino, in Toscana. Questi tre rigassificatori assicureranno una quindicina di miliardi mdi metri cubi di gas. Non è detto che l’Italia non diventi un vero e proprio hub in Europa per lo smistamento del GNL con nuovi e più capienti rigassificatori costruiti a Gioia Tauro e Porto Vesme.

 A Napoli si è tentato di istallare un deposito di Gas Naturale Liquefatto proprio su una banchina del porto ma il Ministero dell’Ambiente ha bloccato il progetto per fortuna. Come mai due pesi e due misure?

L’Italia funziona così. A Napoli è stata presa una decisione saggia, il Ministero dell’ambiente ha espresso parere negativo, i rischi erano troppi per la sicurezza dei cittadini e per l’ambiente. Per Piombino è stato deciso dal governo Draghi che non c’era nemmeno bisogno di una valutazione di impatto ambientale (VIA) per il rigassificatore. E, si badi bene, l’impianto sorge all’interno di un porto turistico, dove transitano migliaia di turisti ogni giorno, durante la stagione estiva, e a poche centinaia di metri dalle abitazioni. Un caso unico al mondo, i piombinesi vivono con una bomba a pochi passi dalle loro case.

 La commissione della UE ha bandito due gare internazionali per domande collettive aggregate dei Paesi europei di approvvigionamento di GNL rivolte ai fornitori globali, tranne la Russia evidentemente,  questo rappresenta una svolta importante nel mercato globale quindi ti chiedo : chi decide e progetta le politiche energetiche nazionali?

Questa domanda ha una sola risposta: i giganti dell’energia. Nel nostro caso, essendo un Paese suddito degli Stati Uniti, rispondiamo direttamente alle lobby dei combustibili fossili e della green energy americane. I nostri governi non hanno voce in capitolo e non fanno nemmeno le trattative: le nomenclature permanenti ed ENI fanno da intermediari con Washington. Sono passati quasi 80 anni dalla fine della seconda guerra mondiale: ma oggi più che mai è ancora come se fossimo nel 1946.  

Allora come è possibile che ENI ha fatto 20 miliardi di introiti nel 2022 se le bollette energetiche per noi italiani sono alle stelle?

 Con il pretesto della crisi energetica (altra crisi creata artificiosamente) e Draghi che minacciava  gli italiani  (preferite la pace in Ucraina o i condizionatori accesi?) è stata fatta una gigantesca speculazione. Le corporations ormai sono delle organizzazioni nemiche delle collettività. Si insinuano nei governi, nei parlamenti, ora che ormai è praticamente lecito finanziare la politica. La sciagurata abolizione del finanziamento pubblico ai partiti ha segnato il punto di non ritorno.

Per finire caro Max ti chiedo, di palo in frasca,  il 25 giugno si sono svolte le elezioni parlamentari in Grecia, so che tu le hai seguite, ha vinto per un secondo mandato  Kyriakos Mitsotakis, leader del partito conservatore “Nuova Democrazia”, hai osservato indicazioni rivelatrici di un nuovo corso politico in favore dei cittadini greci?

La Grecia oramai è un “paese privato”. Hanno privatizzato tutto. Mitsotakis, che lavora nell’interesse dell’establishment finanziario, ha stravinto le elezioni con 20 punti percentuali di vantaggio su Tsipras. Anche in Grecia le forze di centro-sinistra hanno scelto di tradire la classe media e i ceti più in difficoltà. La sinistra anti-sistema (almeno sulla carta) è totalmente spaccata. Atene ormai è in mano agli azionisti: pensa che lo stato non fa nemmeno più lo spoglio dei voti dopo le elezioni. La conta la fa un’azienda israeliana.

Caro Max ti ringrazio a nome di tutti i video-lettori di liberamentenews.it e spero di riaverti ancora ancora magari anche in video.

Carlo Ceresoli

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