La guerra elettronica a suon di micro chip

La guerra elettronica a suon di micro chip

Orizzonte Europa…sembra il titolo di un quadro di Edward Hopper, l’americano che dipingeva paesaggi muti ed infiniti…ma non è così.

Si tratta invece dell’ennesima invenzione dell’amministrazione europea che con questo programma di investimenti, pari a 95,5 miliardi di euro fino al 2027, di denaro pubblico dei contribuenti europei, intende finanziare:…”la ricerca e l’innovazione per affrontare i cambiamenti climatici, contribuire al conseguimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite…”. Già sempre loro, gli americani ed i lobbisti privati come Bill e Melinda Gates, primi finanziatori dell’OMS ed estremamente influenti nelle scelte dell’ONU.

I nostri soldi raccolti nel calderone UE vengono gestiti ancora una volta dai soliti noti per raggiungere precisi obiettivi decisi da loro.

Uno dei quali è usare questi soldi per garantire l’approvvigionamento della UE aumentando la produzione interna di…udite udite…microchip. Ne sentivamo tutti la mancanza, anzi eravamo sul punto di fare delle ulteriori donazioni al parlamento europeo perché ne comprasse in grandi quantità.

Questi investimenti vanno quindi regolamentati ed ecco pronta la legge europea sui semiconduttori l’European Chips Act appena approvata nel luglio 2023.

Lo strumento per attuare le azioni previste in questo Act è un partenariato pubblico e privato della UE, adottato dagli eurodeputati nel febbraio 2023, denominato “Impresa Comune Chips”.

Nello specifico questa struttura della UE gestirà 11 miliardi di euro provenienti dai finanziamenti degli Stati membri e di “privati”, per rafforzare la ricerca e lo sviluppo della transizione digitale a mezzo di circuiti integrati.

Il motivo di questa iniziativa è la convinzione della UE che esiste nel vecchio continente  una carenza di semiconduttori, insomma non se ne trovano, ed allora bisogna produrli in casa Europa passando dal 10% di autonomia al 20%.

Il motivo di questa carenza di produzione di microchip, secondo gli amministratori europei, è dovuta in primo luogo alla pandemia del covid, mah…poi non spiegano perché, in secondo luogo alla produzione di anidride carbonica CO2, anche qui non si capisce il ragionamento sul nesso di causalità, ed infine il terzo motivo è il conflitto in Ucraina, questo invece pare essere l’unica circostanza che potrebbe essere associata alla carenza di materie prime per la produzione dei tanto agognati circuiti integrati.

Infatti, più in generale, i maggiori Paesi produttori di terre rare, i 17 elementi chimici della tavola periodica,  sono la Cina con 168.000 tonnellate nel 2021 con il principale giacimento, a Bautou in Mongolia,  gli USA  con 42mila ton., l’Australia con 22mila ton., la Russia con 2.700 ton.

Stesso prospetto riguardo il silicio, che è il materiale principale usato per la realizzazione dei micro chips; la Cina più grande produttore mondiale di silicio con circa 4,600,000 tonnellate prodotte ogni anno, consumando più della metà del silicio totale nel mondo.

Circa l’80% dei materiali preziosi degli USA è importato dalla Cina. Questa particolare dipendenza elettronica ha causato le tensioni tra queste due super potenze  che nel 2018 si sono manifestate con le accuse americane di spionaggio nei confronti del colosso cinese Huawei.

Va precisato che il silicio è presente in considerevoli quantità in Africa con importanti giacimenti in Costa D’Avorio, Algeria, Niger e Congo. L’industria elettronica mondiale, ed in particolare quella cinese ha investito molto in questi Paesi africani ritenendo più conveniente acquisire il minerale grezzo che andrà poi trasformato nelle loro industrie, poichè l’estrazione mineraria è particolarmente dannosa per l’ambiente a causa dell’utilizzo di acidi corrosivi e di elevatissime temperature di separazione degli elementi, e  diventa estremamente economica quando nelle miniere vengono fatti lavorare tanti bambini in condizioni disumane.

Insomma la solita storia, i cosiddetti Paesi civilizzati ed industrializzati sfruttano i Paesi più poveri di redditi ma più ricchi di risorse, e poi si fanno tra loro la guerra economica e commerciale a suon di micro chip spia.

Così la UE legifera, investendo i nostri soldi, per realizzare gli obiettivi americani, ammettendo che non sono sufficienti gli embarghi ed i divieti commerciali imposti all’altra metà del mondo, che non è più disposta a soggiacere al sistema dollaro-centrico di cui hanno beneficiato per troppo tempo gli yankees, esportatori di democrazia.

Carlo Ceresoli

 

 

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