Crolla lo stato in Sri Lanka
La settimana appena trascorsa è stata densissima di eventi, dalle dimissioni di Boris Johnson, per scandali sessuali di alcuni membri del suo partito, all’assassinio di Shinzo Abe, per arrivare alla apocalittica parità di valore tra dollaro e euro, ossia al loro crollo verticale rispetto al rublo russo.
Tali eventi misurano una cosmica onda di sovra-pressione che ha destabilizzato ed alterato i vecchi equilibri geopolitici internazionali. Nello specifico si sta vivendo il seguente cambio di paradigma: si passa dal mondo monopolare a guida NATO, basato sul petroldollaro, al nuovo mondo multipolare di stati sovrani con monete sostenute solidamente da asset reali. Quindi sostanzialmente chi ha deciso fin ora le sorti dell’umanità, sta per essere spodestato definitivamente e sostituito da altri soggetti.
Questo passaggio “di staffetta” sarà delicato per molti umani, ma ci porterà certamente in un mondo diverso, forse addirittura migliore. A tale quadro ormai limpido si aggiunge la prima vittima di una lunga serie che verrà: la notizia della crisi nello Sri Lanka che, il 9/07/2022, rimbalza tra le principali testate internazionali. Su youtube si vedono folle inferocite assaltare i palazzi del governo e farsi un bagno nella piscina della residenza del presidente militare Nandasena Gotabaya Rajapaksa, il quale si è dimesso e beneficiando dell’immunità presidenziale è volato alle Maldive, abbandonando “eroicamente” la barca mentre affonda. Al primo ministro Ranil Wickremesinghe è stata Incendiata la casa. Insomma il popolo sta dando sfogo ad un dissenso totale, stanco del lungo periodo di razionamento dell’energia elettrica, per molte ore al giorno, finanche del cibo e del contingentamento dei servizi essenziali statali.
Già da aprile 2022 la situazione nell’isola sub indiana era critica. Code interminabili di srilankesi ansiosi di riempire le loro taniche, avevano infatti, indotto il governo a presidiare ogni distributore di carburante con due militari. La tenuta dello “stato civile” in Sri Lanka era già traballante a causa di scelte errate, azzardate e non pianificate in ambito monetario, economico, politico, energetico e agricolo.
Anche il debito nei confronti della Cina è arrivato ad un punto di non ritorno. Questa situazione prima in procinto di esplodere, è detonata definitivamente a causa degli effetti dell’operazione speciale militare della Russia in Ucraina. Cina e India (e quasi tutta l’Asia) stanno riassettando i loro sistemi monetari, produttivi e politici. Questo tsunami improvviso di cambiamenti travolgerà per primi i loro partners ed i paesi più vicini, con inevitabili conseguenze; ma gli effetti del maremoto euro-asiatico minacciano tutti gli stati del pianeta. Interessante notare come le ultime manovre del governo srilankese siano state, oltre che disperate, non libere, non risolutive e addirittura peggiorative. Si è infatti tentato di limitare gli effetti del debito con la Cina, aumentandolo ulteriormente. Esattamente ciò che accade a chi disperato, quanto più si agita nelle sabbie mobili, tanto più vi affonda.
Così come accade nella dinamica dei sistemi, quando un’azione intrapresa ne aumenta l’effetto indotto, il processo è detto a “retroazione positiva”. Tali sistemi, quanto più erroneamente sollecitati, tanto più tendono inesorabilmente allo squilibrio. Anche in campo agricolo, per mitigare gli effetti della improvvisa mancanza di fertilizzanti importati, il governo aveva tentato di implementare politiche di agricoltura biologica, senza fertilizzanti di sintesi. Ottenendo però, come primo effetto, la diminuzione della produzione alimentare interna. Tali misure possono funzionare solo con calcolata programmazione, graduale introduzione e sostituzione del modello precedente, in modo da mantenere sufficientemente alto il livello di derrate prodotte e così da garantire il fabbisogno della domanda e la non insorgenza di tensioni sociali. Le fibrillazioni nel cuore dell’Europa, come ampiamente aveva previsto e chiarito Putin al forum economico di San Pietroburgo, hanno prodotto una limitazione di produzione dei fertilizzanti, del commercio dei cereali e addirittura anche un crollo del turismo in Sri Lanka. L’effetto “zero turisti” è stato che nel Paese già molto fragile, di colpo non è arrivato più il 30% di valuta estera in dollari. Questa liquidità riusciva in parte ad evitare il collasso monetario che si registra oggi.
La rupia singalese, anche per sua costituzione e gestione monetaria errata, ha subito da aprile una svalutazione del 40%, che non accenna a fermarsi; la sua instabilità si spera induca la prossima classe dirigente ad un cambio inesorabile del sistema monetario basato finalmente su asset reali e accordi sia interni e sia internazionali, però solidi e rivoluzionari.
Per ora lo Sri Lanka è nel caos totale, resta senza un governo, i militari cercano di placare le folle con la forza e l’uso dei lacrimogeni.
Lo Sri Lanka ha 20 milioni di abitanti, è uno stato relativamente piccolo, ma quanto è accaduto lì è emblematico e può avvenire in tutte le nazioni in cui non c’è autonomia energetica, alimentare, politica e soprattutto, monetaria. Va ricordato che la Germania (la locomotiva d’Europa come veniva denominata fino a pochi anni fa) rischia di diventare oggi una locomotiva a vapore o a carbone. Il gasdotto Nord Stream è stato fermato in via ufficiale “per manutenzioni”; la turbina, che tiene in pressione il gas da trasportare bloccata per le sanzioni contro la Russia, è stata sbloccata e portata dal Canada da Ottawa in tutta fretta. Fretta che misura quanto siano appese ad un filo esilissimo i destini dei finti giganti di ghiaccio, nell’estate più calda di sempre.
Le sanzioni dell’UE che dovevano distruggere la Russia in pochi giorni, ebbene stanno funzionando magnificamente contro l’Europa. I nostri irricevibili politicanti hanno commesso errori così infantili, oppure hanno eseguito ordini di un potere talmente miope e arrogante da non vedere la sua fine e giocare al tutto per tutto.
La Russia forse sta solo manutenendo il Nord Stream; di certo è chiaro che può chiuderlo o aprirlo a seconda di quale Stato vuole tenere sotto pressione.
Riflettendo si può dire che, se è in affanno la Germania e se il suo ministro dell’economia Robert Habeck ha dichiarato lo stato di allerta per le scorte di gas, è possibile pensare che altri paesi UE o l’Italia possano essere più tranquilli? L’autunno è vicino, porta freddo, raffreddori e aumento dei consumi di gas; speriamo di passare un Natale al caldo, in salute, con la luce, un buon pranzo sotto la stella della verità; Probabilmente non sarà così per tutti sul pianeta… e forse neanche per noi .
Ing Vincenzo Santoro