Purghettina: grazie.

Purghettina: grazie.

Tutto inizio “dentro” o “oltre” i confini della bolla cosmica in cui così esistiamo.

Sempre che “dentro” e “oltre” “prima” o “dopo” “qui o lì, “causa” ed “effetto”, in quella esodimensione abbiano un senso simile a quello che ora vi conferiamo noi e non uno del tutto diverso…

Vi scrivo dopo un mese molto duro per me, capirete leggendo cosa ho dovuto vivere, senza poter scegliere.

 

“Prima” come la conobbi…

Una sera un amico d’infanzia incontrato ad un bar, già ben ubriaco, mi chiese di accompagnarlo ad un ristorante, lui non poteva guidare; mi offrii più che altro per la sua tutela. Fu lì che incontrai la ragazza finlandese, occhi cerulei e capelli biondi che in secondo momento me la “presentò”…

Chi?

Purghettina; una gatta europea, 12 mesi, chiazzata bianco e nera, sterile, peso 2 kg.

La ragazza finlandese, Camilla, aveva accudito questa gattina, ma dovendo ripartire per il suo Paese, mi chiese il favore di adottarmela. Così andai nei pressi di una frazione sperduta di campagna del sud chiamata Lavanghe, un pomeriggio, quando ancora avevo l’alfa 156. Con un trasportino fai da te, la presi in consegna da Camilla, me la caricai in macchina e la portai a casa mia a Fisciano. Appena arrivati, scese dalla macchina, mi scappò e svanì nei campi.

Pensai che cavolo, ho fatto tanto per nulla…

Il giorno dopo, sarà stata la fame, si ripresentò diffidente, ma costretta a fidarsi di me.

Costretta a quella fiducia cieca, che poi avrei tradito, in lei…

Intanto diventammo conoscenti, amici e poi “amanti”.

Le sue dimensioni ridotte, la elessero ad ineluttabile mascotte e regina di casa; dove ho altri 7 randagi europei e un certosino. Tutti gatti non miei, ma che portati a smarrire dai loro padroni, si sono insediati nella mia fattoria… Purghettina, date le sue condizioni fragili, era l’unica tra tanti ad avere un speciale “green pass”, per abitare e dormire dentro casa, spesso sul letto di mia madre o nel mio letto, sul mio petto. Posta a pochi centimetri dal mio cuore, pur di farmi felice, vi restava una decina di minuti, per poi migrare sui miei piedi, sopra le coperte, appena mi addormentavo. Non so perchè forse le dava fastidio il troppo calore, tra le coperte e quello generato dal suo corpo, il mio corpo; i due insieme.

 

 

Ora il suo nome.

Mia nonna Anna, nata nel 1910, 40 anni fa mi raccontava una fiaba, in cui c’era un personaggio di cui francamente, col fluire di questo spazio-tempo, ho dimenticato tutto tranne il suo nome; quel nome ora è chiaro a tutti era, è e sarà per sempre: Purghettina.

Mio cognato Federico partenopeo trapiantato, che vive a Boston, è l’unico napoletano del cosmo che non mastica bene il dialetto campano, in estate nel 2021, venne a casa e stravolse il suo nome in Purgettina. Senza l’ “h”, pronuncia a mo’ di greco antico; da allora spesso, così, la chiamo anche io.

A volte qualche errore apparentemente casuale, può essere una delle assolute delizie del Cosmo; a volte no, tutto il contrario…

Il rapporto tra un animale domestico e il suo umano che abita quella stessa casa, “areale”, spazio tempo o dimensione è particolare o speciale; e a casa mia ho tenuto fino a 29 gatti insieme, per un totale di oltre cento.

Ogni gatto che ho avuto ha un suo carattere, un suo linguaggio, le sue abitudini, le sue particolarità, le sue eccezionalità; così come Purghettina, viste la sua condizione fisica minuta e sterilità naturale. Ciò nonostante è vivacissima, giocherellona, furba, capace di svanire all’istante, non addomesticabile, si addormenta a testa in giù sul suo termosifone prediletto.

Tra poco capirete perchè vi racconto questa storia in un articolo e cosa le conferisce lata dignità…

 

Circa un mese fa, Purghettina inizia a non voler uscire più in campagna, così io mi preparo a portarla a visita il lunedì. Purtroppo il venerdì scompare; penso: ecco se n’è andata tra i campi a morire. Spesso i gatti quando sentono la loro fine vicina si allontano e vanno incontro da soli al loro destino; forse per pudicizia, per riservatezza, per non farsi vedere sofferenti o per mero istinto naturale; così mi ero già rassegnato.

Quella domenica contratto la vendita delle nocciole e il lunedì mattina il grossista, mi dà appuntamento in garage per ritirare la merce, pesarla e pagarla. Così lunedì 28/04/ ore 7:30 scendo in garage per eseguire la transazione; lì la pessima sorpresa.

Purghettina esanime ridotta ad uno scheletro, sporca di vomito e segatura, per terra distesa tra i trucioli del legno in cui era solita fare i suoi bisogni. Per vendere le nocciole si devono pesare tutti i sacchi ad uno ad uno, una procedura che richiede molto tempo, quel bene prezioso che non avevo più né io né Purghettina. Così pesai solo tre sacchi e facemmo una media spanno-metrica, moltiplicando 76kg per tutti gli altri sacchi, di certo a vantaggio del compratore; già questo mi costò un bel po’ di soldi… Chi se ne frega, andavo di fretta, dovevo correre a far visitare la nostra gattina…

L’inizio delle cure e della nostra tragica “passione”.

Appena preso l’assegno, corsi ad un pronto soccorso veterinario. Luogo in cui fui accolto come un assegno da girare, o un bancomat da svuotare.

Prezzi sinceramente, che ignoravo essere così scandalosi:

100€ al giorno per la degenza in clinica;

400€ per una trasfusione;

700€ per una tac

prezzo imprecisato per l’intervento chirurgico

nessuna garanzia che le avrebbero salvato la vita.

Purtroppo Purghettina ha un tumore all’ovario sx, con parametri ematici catastrofici.

Per eseguire il tutto mi si propone un preventivo di oltre 3000€, stampato preciso, dettagliato e puntuale. Niente paura pagabili a rate, disse la dottoressa! Nel mondo in cui con 50 € si potrebbe salvare un bambino del Sud. In questo mondo pazzo in cui ogni giorno assistiamo a stragi di bambini nel silenzio totale e totalmente corrotto dei media, della politica marciscente in cui questa società ormai terminale e folle, a stento tira a campare, verso non si sa più quale meta o fine esistenziale… Costa salvare molto di più un gatto che un bambino: questo è inaccettabile; ebbi a ribadirlo alla dottoressa, dicendole che secondo me non era etica questa disfasia bulimica di prezzi, per esseri sebbene entrambi non proprio tanto diversamente viventi…

Ma dico io, per avere un animale oggi in occidente bisogna essere milionari?

Non dico di non voler spendere soldi, io che ne ho bruciati a quintali, (ed alla fine ne ho spesi più del preventivo) ma non immaginavo che in questo settore i prezzi sono così alti! Poi ho collegato tutto, ho l’RC auto con Generali nella sua app mi arrivava spesso il messaggio “assicura il tuo animale domestico”, ora ho capito perchè e lo suggerisco a tutti voi che ne avete uno di qualsiasi specie assicurabile.

Così avendo già un altro piano in mente, mi prendo le analisi, il referto critico dell’ecografia, l’rx, “mi” lascio impiantare un accesso in vena a Purghettina e cerco un’altra soluzione.

Essendo mio padre medico, ha tanti amici, tra questi due angeli, che mi hanno poi consigliato e seguito; la dottoressa Maria G., il dr. veterinario G. V.

Contatto il dr. G. V. il quale mi accoglie come un figlio e operiamo Purghettina in condizioni disperate, ricostituita dopo due giorni di flebo, infuse da me a casa mia. (Sotto prescrizione e indicazioni di tre veterinari e di mia sorella Anna professoressa ad Harvard.)

Io ero convinto che morisse sotto i ferri, ma dovevo tentare, i gatti hanno risorse incredibili, si dice 7 vite, infatti il “miracolo” o prodigio avviene.

O meglio la bravura e l’amore del dr. G. V. riaccendono la luce negli occhi di Purghettina, che dopo due giorni, mangia, beve fa cacca e pipì. Quella stessa luce che mi illuminava, dissipando la nebbia della mia solitudine.

L’intervento presenta un quadro clinico disastroso: tumore, peritonite, con aderenze alle anse intestinali, liquido e infiammazione generale.

Eseguita l’isterectomia, tolto il tumore e il liquido, suturato il tutto, Purghettina è rinata: riprende peso, personalità e vitalità, esce mangia e beve.

Il dr G. V. mi dice che però la prognosi è riservata, preleviamo un campione di liquido addominale e lo mandiamo a Milano per escludere la FIP. L’esito, dopo 6 giorni è negativo, per fortuna…

Proprio mentre tutto sembrava andare bene, proprio mentre sembrava aver solo usato 6 delle sue altre vite, una settimana fa Purghettina inizia a vomitare tutto ciò che mangia.

La riporto in clinica, ripeto analisi ed ecografia. Ha qualcosa che non va, in addome, i dati ematici sono di nuovo peggiorati. Pago altro salasso e prenoto un’eco-addome specifico, per la prima data possibile che è tra 4 giorni.

Così vista la situazione peggiorare, sentendomi più volte col dr. G. V. lui mi consiglia una seconda clinica veterinaria, in cui mi precipito e devo dire, che in questa seconda clinica, mi sento accolto non come un gatto da spulciare, le cui pulci sono banconote da 100€.

C’è clinica e clinica, qui hanno prezzi umani e soprattutto ci lavorano esseri umani. Noto una professionalità maggiore, un’umanità diversa; sebbene purtroppo l’esito delle analisi e il quadro clinico di Purghettina è disperato. Il suo intestino si è bloccato, la dottoressa mi dice chiaramente che questa è una condizione irreversibile quasi sempre, che quindi porta alla morte in poco tempo. Tuttavia dopo mie insistenze ed una telefonata del dr. G. V. la dottoressa mi prescrive un rotolo egizio di farmaci ed indicazioni terapeutiche e posologia. Pur sconsigliandomi di eseguire da solo questi trattamenti, decido di portare Purghettina a casa mia (a casa ormai sua) e provare il vero miracolo. Ripago il conto questa volta alto, ma umano. Poi compro un’altra vagonata di farmaci.

Rimetto Purghettina in macchina e la porto a casa.

L’accesso in vena, è un tubicino da cui si può iniettare la flebo, più volte, senza riforare la medesima vena. La velocità media di infusione è di circa una goccia ogni 30-40 secondi per non stressare i reni (che lei ha sani viste analisi specifiche). Le dosi dei farmaci variano da 0,15 a 0,06 ml, visto il suo peso di poco meno di 2 kg. Peso che inizia, purtroppo a crollare vertiginosamente dopo il terzo accesso  nell’ultima clinica. Poi invece mangia, poi sta male, alti e bassi; chissà può guarire?

Dice mia sorella Anna (ripeto PHD e Professoressa presso Beth_Israel_Deaconess_Medical_Center  di Harvard con numerose pubblicazioni prima firma su Nature etc); che quando gli animali perdono peso così non c’è nulla di buono da aspettarsi e poco più da osare.

Ringrazio anche lei per il costante supporto h24 in questo duro mese. Purghettina o “Purgettina” è amata anche da mio nipote bostoniano Alessandro. Mezza gatta, ma intercontinentale o interdimensionale…

Ad ogni modo in questo mese, la mia stanzetta è diventata un’infermeria da campo o uno stabulario fai da te, di sicuro è diventato il teatro di un atto d’amore. Magari futile, vano disperato; ma costituito di quella eterea sostanza, atomo per atomo, a cui tutti si riferiscono usando o abusando e misconoscendo il vero significato della parola: amore.

Ecco questo sentimento si può capire DAVVERO PROFONDAMENTE solo quando ti sporchi le mani col sangue, con le urine, con le feci, col vomito, di chi cerchi disperatamente di salvare; non avendo paura di contagi, non sentendo odori, né altro. Io è vero che ho una tempra davvero fortissima, non schifo quasi niente, non ho paura di niente; credo che molti umani, o esseri viventi, davanti alla disperazione trovino senza poter scegliere forza ed energia. Così come proprio i gatti attingono non si sa da quale serbatoio o dimensione da 1 a 7 tutte le loro magiche vite, fino all’ultima.

Un consiglio sciocco: attenti con i nomi.

Non mettete mai un nome particolare; perchè per cercare di liberare il suo intestino dal fecaloma che lo intasava, sono arrivato anche ad eseguire tre perette alla mia gattina, comprando il kit per i neonati umani…

Eliminando la sua ostruzione, con successo. Purtroppo il suo intestino non ha voluto in nessun modo riavviarsi…

I suoi alti e bassi, mi hanno solo illuso, in un modo beffardo, orribile, di un sadico che ti fa dubitare dell’esistenza di un’Intelligenza Cosmica benevola.

Un mese in cui non ho dormito, mangiato poco, pianto più gocce io che quelle scese nello spioncino gocciolatore delle flebo. Vitamine del gruppo b, soluzioni fisiologica e glucosata alternate, pochi ml al giorno e la notte. Sveglia ogni ora, perchè Purghettina è debole, ma di indole irrequieta, si staccava la farfallina della flebo dall’accesso in vena di continuo: è stato una tortura, mia verso lei e sua verso me, di qualcosa di supremo credo non vano su tutti noi, per insegnarci che……

L’antibiotico prima lieve poi cambiato in pesante ad ampio spettro, l’antivomito, l’antidolorifico, l’antinfiammatorio, lo stimolante gastrico, il cortisone, le perette per i neonati, le traverse, le siringhe per insulina con l’ago che si piegava, le iniezioni sotto cute: ho imparato a spezzare le fialette di vetro, una delle pochissime cose che non avevo mai fatto. Ho dovuto imparare. Non ho potuto scegliere.

Ringrazio il dottore veterinario G.V.

Ringrazio la dottoressa veterinaria Maria G.

Ringrazio la dottoressa veterinaria Elvira di B. che mi ha consigliato come curarle la cistite.

Ringrazio la fraterna dottoressa farmacista Chiara I., le sue colleghe e la carissima Silvana.

Ringrazio mia madre, che la amava quanto me e mia sorella Imma che alla fine, pur odiandola, l’ha anche tenuta in braccio…

Ringrazio Tiziana.

Ringrazio Morena la sua apprensione e i suoi preziosi consigli.

Ringrazio Annalisa, che ha contato, come me, tutte le gocce della sofferenza che il mio amore ha infuso ad una ad una, nella sua fragilissima vena, verso il suo ANIMO alla “mia-nostra” gattina Pughettina; forse nell’egoistico tentativo di tenerla ancora qui, contro volontà superiori o anche per egoistico desiderio di volermi sentire apposto con la mia coscienza sanguinante. La stessa mia coscienza in eterna lotta contro altre coscienze qui assopite e ipnotizzate, convinto che dobbiamo evolvere verso La COSCIENZA COSMICA SUPERIORE, cercando di essere davvero umani.

Essere umano nel 2025 è diventato un mito, o ormai qualcosa di cui vergognarsi intrinsecamente e abbondantemente, ecco perchè in uno dei miei libri dichiarai 10 anni fa di essere animale. Questa parola “animale” ha un bruttissimo suono finisce con “male”, sembra quasi nasca dalla crasi di “anima” e “male”; invece la sua etimologia vera è: ciò che è dotato di anima.

Allora perchè li mangiamo?

Perchè li uccidiamo?

Perchè ci uccidiamo?

Ora come o il finale di C’Era Una Volta In America o l’epilogo del Piccolo Principe o il significato del paradosso di Schrödingher, non vi dirò altro su Purghettina. Da qualche parte è sparita, lasciandoci da quella parte soli e più poveri, da qualche altra parte, chissà FORSE dove e come, è rediviva allietando e arricchendo chissà quale versione migliore ed evoluta di tutti noi.

Come una candela, un po’ per volta, condannato, fortunato eletto o sorteggiato costretto senza scelta, soffrendo in modo ridicolo, ma didattico e forse più del necessario, l’ho vista perdere tutta la sua luce, scintilla per favilla, riflesso sui suoi occhi lucidi poi opachi, fino al suo buio; per un istante divenuto il mio buio più pesto, ottimo emblema di questa umanità folle, da rinsavire ad ogni costo e il prima possibile.

Quella sua luce ora non so dove, da qualche parte accenderà una stella, senza atomi, senza raggi, né fusioni atomiche, ma brillerà a supernova in una dimensione di pensiero da cui credo lei mi guiderà, in qualche modo, senza fusa.

Sì, non sapeva fare le fusa, da cucciola sarà stata separata dalla madre e non ha mai imparato, ma sapeva volermi bene e riempire alcuni miei vuoti, trasformandoli da baratri senza fondo; a sorgenti senza inizio né fine.

Io, non credo toccherò mai più un gatto, in questa vita, magari tra altre 7 sì e di nuovo solo Lei in un’altra sua forma o rappresentazione della vita.

Ogni essere vivente, ha qualcosa di sacro, non importa se cammina in piedi su zampe vola o nuota o si nutre di luce e acqua: la vita stessa è questo insegnamento che si può apprendere da ogni sua manifestazione.

Credo che leggere tutto ciò, indurrà in tutti voi giudizi e molte riflessioni, ormai il mio ultimo libro Eterna Ricorrenza è pronto, questo era solo il suo triste, ma magico suggello.

In questi durissimi giorni, se esistono, le nostre anime si sono fuse come due particelle in un meta entanglement quantistico-sentimentale superiore; perchè ciò che ha interagito così da “vicino”, forse si riconoscerà all’istante e si ricongiungerà (se mai si è separato del tutto), per un’alchimia magica: l’ETERNA RICORRENZA.

Forse no.

 

Di sicuro la vita è la lotta contro il disordine, contro l’asettica entropia cosmica: noi siamo le entità che  conferiscono un’anima a tutto questo gioco, che sia per evitare la sofferenza ed evolvere.

Purghettina perdonami per quello che ti ho fatto e per quello che non ti ho fatto, ma sono ancora troppo umano, spero di diventare il prima possibile più animale.

Ispirami.

Portami fortuna, come quella che per gran parte del continuum spazio-tempo-energia-Pensiero abbiamo avuto a conoscerci.

Perdonami ancora.

Grazie Purghettina.

 

Ingegnere Meccanico Vincenzo Santoro Lungimirante.

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